Il progetto ha permesso a docenti, alunni e genitori di confrontarsi sul ruolo dei nuovi media nella vita degli adolescenti e sui rischi connessi all'uso della rete; ha permesso ai ragazzi di riflettere su come si comunica, come ci si relaziona, come si parla e si trasmettono le emozioni tra amici reali e virtuali.
Durante un incontro con esperti svolto a dicembre abbiamo familiarizzato con i termini: grooming, cyberbullismo, web reputation e proprio su queste tematiche si è andata a concentrare l'azione didattica che si è poi svolta nelle classi.
La 1A ha affrontato l'argomento a partire da due storie a fumetti "senza finale"; nella prima viene narrato un caso di infrazione della propria privacy e nell'altra ci si concentra sulla tendenza a postare troppe immagini private di sé sui social network e le ricadute che questa ha sulla propria web reputation.
La 1A ha affrontato l'argomento a partire da due storie a fumetti "senza finale"; nella prima viene narrato un caso di infrazione della propria privacy e nell'altra ci si concentra sulla tendenza a postare troppe immagini private di sé sui social network e le ricadute che questa ha sulla propria web reputation.
I ragazzi le hanno lette in classe, commentate e messe in scena creando brevi rappresentazioni teatrali, ipotizzando diversi scenari risolutivi.
La tecnica del role playing permette al ragazzo di affrontare le difficoltà poste dalla situazione simulata mettendo in atto comportamenti comunicativi adeguati e potenziando,così, le proprie abilità sociali.
Le soluzioni proposte sono state varie ed interessanti ed hanno permesso di discutere a lungo sull'efficacia del "ripagare con la stessa moneta", sull'importanza di parlarsi e sull'efficacia dei vari stili comunicativi.
Di seguito alcuni fotogrammi delle simulazioni:
Una possibile risposta: la risposta violenta |
Forse è meglio parlarne: ma come?
Il linguaggio aggressivo |
La comunicazione assertiva |
Web reputation: è' proprio necessario postare tutto? Che immagine vogliamo che gli altri abbiano di noi? |
Al termine della simulazione e dopo il dibattito si è quindi concluso che è meglio stabilire delle regole condivise:
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