lunedì 21 marzo 2016

La rubrica dei perché - Leggeri come l'aria?

Rieccoci nella rubrica dei perché, lo spazio dedicato alle domande più curiose poste dai ragazzi e raccolte dagli insegnanti.

Questa volta è Alessio N. di 1A a porcela.
"Ma perché se l'aria pesa non mi schiaccia?" Alessio N. - IA
 Alessio è arrivato a farsi questa domanda dopo che avevamo già riposto ad altri importanti interrogativi:
- l'aria c'é? Si può vedere? Si  può sentire? Ha un suo volume? Un suo peso?

L'aria è effettivamente materia e come tale ha un suo peso ed occupa un volume. Il peso della colonna d'aria sulla nostra testa non è trascurabile basti pensare che un metro cubo di aria ad una temperatura di 20°C sul livello del mare ha una massa di circa 1,3 kg.

Ma allora perché non la sento?

Per rispondere alla domanda di Alessio ecco che cosa abbiamo fatto:

Materiale occorrente: 
- un bicchiere o un barattolo;
- un cartoncino;
- acqua.

Procedimento:

Riempire il bicchiere con acqua; coprire con il cartoncino e, trattenendo il cartoncino, capovolgere il bicchiere. Togliere la mano.



L'acqua si rovescerà per terra?



MAGIA! Il cartoncino resta attaccato al bicchiere e l'acqua non si rovescia.

Il cartoncino non cade perché è sostenuto  dalla pressione atmosferica che è una forza maggiore del peso dell'acqua contenuto nel bicchiere. La pressione atmosferica ovvero il peso dell'aria su una superficie si esercita in tutte le direzioni e non solo dall'alto verso il basso, come siamo portati a credere!
Ecco quindi che i pesi esercitati in direzioni opposte si annullano!

martedì 15 marzo 2016

Leggiamo al buio! Chiaro, no?

La scuola riveste da sempre il compito di educare in senso ampio gli studenti, di formare cioè una serie di competenze relazionali indispensabili per il benessere delle persone, quali l'ascolto, il rispetto reciproco e la capacità di stare insieme. Le competenze relazionali ed emotive diventano un obiettivo ineludibile nella società complessa laddove si voglia lavorare in un'ottica  di prevenzione  al disagio (bullismo, violenza discriminazione ecc.)

“Leggiamo al buio! Chiaro, no?” è il titolo del laboratorio che l'associazione Arte Invisibile ha proposto agli alunni delle seconde classi della scuola secondaria di primo grado di Roccastrada.



Dopo aver letto dei brani insieme (ad esempio "Dentro me" di A. Cousseau), gli studenti della scuola media sono stati invitati a ritrarsi, scegliendo un colore che rappresentasse il loro stato d'animo. L'autoritratto è stato accompagnato da un balloon che riportava i sentimenti del momento.





 I disegni dei ragazzi, uniti insieme con varie ambientazioni, hanno costituito un rotolibro collettivo, che rappresenta le sensazioni e le emozioni delle intere classi.


lunedì 14 marzo 2016

Open Theatre - Casa di bambole



Nuovo appuntamento per il progetto Open theatre.
 I ragazzi della classe IIA e IIB della scuola media di Roccastrada hanno partecipato allo spettacolo "Casa di Bambola" ed ecco le loro recensioni:


Olivia T. - Casa di bambola
Sabato 13-03-2016 siamo stati al Teatro dei Concordi di Roccastrada per assistere allo spettacolo “Casa di Bambola”. Subito dopo essere entrati abbiamo notato che l’arredo era quello di una casa. La scena iniziale fa capire che siamo in un periodo natalizio grazie alle canzoni di sottofondo, le luci illuminavano tutto il palcoscenico.
Durante la recitazione, quando la protagonista aveva dei ricordi o entrava qualcuno in scena le luci cambiavano luminosità. Lo spettacolo principalmente in alcune parti fa capire che le donne a quel tempo erano sotto il controllo del marito. Lo spettacolo mi è piaciuto molto ed è stato interessante. 
M. Mattioli (IIB) - La rivincita delle bambole 
Casa di bambola, spettacolo di Roberto Valerio, è un' opera teatrale che narra il dramma e il tentativo di riscatto di una donna, Nora, vittima prima del padre, poi del marito Thorvald, un personaggio spietato anche se apparentemente simpatico, che  permette alla moglie di spendere i propri soldi per oggetti "inutili". Nora vive un incubo, voci che echeggiano nel buio e fantasmi che la tormentano, ricordandole il debito contratto anni prima alle spalle del marito.
I personaggi, molto diversi tra loro, risulteranno in realtà astuti a pretendere qualcosa dalla stessa Nora,  chi per mantenere il posto di lavoro nella banca dove il marito si appresta a diventare direttore commerciale, chi per amore, chi per amicizia. Per altro sono stati  interpretati molto bene da tutti gli attori. La scenografia era rappresentata dall'interno di un’ abitazione, con una parete di cassetti e mensole accessibili da una scala su cui Nora saliva spesso, lo sfondo ricurvo con una porta e due finestre. Al centro del palcoscenico un divano ed una poltrona, fulcro dei ragionamenti portati in scena. La colonna sonora era semplice ma incisiva, soprattutto grazie ai suoni che venivano riprodotti durante gli incubi della protagonista. Risultavano molto efficaci i fragori del mare e il verso dei gabbiani. 
Il finale è a sorpresa rispetto all'opera originale, la protagonista nonostante i buoni propositi non riesce a ribellarsi e a riscattare se stessa, perchè dopo essersi preparata all'abbandono della casa e della famiglia cambia idea e rimane “al suo posto”. Lo spettacolo è risultato piacevole, benché trattasse un argomento delicato e complesso, soprattutto tenendo conto che l'opera originale è stata scritta alla fine dell '800.   
Marco D. (II B) - Casa di bambola
Lo spettacolo racconta la storia di Nora, una donna benestante che sembra felice con il marito Thorvald. Un uomo rischia di perdere il lavoro e la ricatta.  Durante la vicenda Nora si rende conto che il marito la considerava una bambola e decide di andarsene. I costumi e la scenografia rappresentavano bene il periodo in cui si svolge la storia, l'Ottocento. Io avrei illuminato con una luce più tenue  per rendere meno allegra la commedia e avrei scelto anche una musica più bassa. Gli attori erano bravi,  il più bravo secondo me era Krogstad, il ricattatore. Lo spettacolo mi è piaciuto perché era coinvolgente e lo consiglierei a tutti.  
L. Sgai (IIIB) - Chi ha ragione? Io o la società?
Casa di bambola di Henrik Ibsen, opera dell’ 800,  mi è piaciuta molto per vari motivi,  primo per la bravura degli attori, poi anche per la sceneggiatura e per le entrate inquietanti dell’avvocato Krogstad . La parte svolta dalla protagonista secondo me è stata la migliore, dopo quella di Thorvald, perché  i suoi atteggiamenti erano veramente impressionanti e comunicativi. Nora alla fine, dopo che suo marito ha scoperto la questione del ricatto da parte di Krogstad, pensa che lui si prenda la colpa dell’accaduto, invece accade tutto il contrario e allora lei si “sveglia”; è sposata da 8 anni con un uomo che la considera come un animale domestico e crede di essere felice in questa gabbia familiare. La donna scopre veramente se stessa e apre gli occhi di fronte alla realtà. D’ ora in poi Nora andrà in cerca della sua identità, come dice ad Helmer :“Scopri chi ha ragione, io o la società?” 
E.Bassetti (IIB)
Casa di bambola è un'opera teatrale del 1879. Lo spettacolo narra la storia di una famiglia vissuta in epoca vittoriana nella quale la donna era sottomessa all'uomo. Torvald, marito di Nora, è un avvocato che viene nominato direttore di una banca e che  deve rinnovare il personale, arrivando a licenziare  Krogstad. Avendo molto a cuore quel lavoro, Krogstad ricatta Nora dicendole che avrebbe rivelato al marito di un prestito contratto da lei falsificando la firma del padre morto da poco, se non avesse convinto il marito a riassumerlo. Alla fine dello spettacolo la donna capisce di essere sempre stata trattata come una bambola, prima dal padre,  poi dal marito e decide di mollare tutto, il marito, i figli e la casa; ma arrivata alla porta perde coraggio ed abbandona l'idea. Quest'opera mi è piaciuta molto, non soltanto per la recitazione degli attori, ma anche per la scenografia, che consisteva in  un salotto in stile vittoriano. Trattandosi di una commedia possiamo dire che si tratta di uno spettacolo rivolto a tutti.  
Alessandro B. (III B)
"Casa di bambola" è un'opera scritta dall'autore Henrik Ibsen. I protagonisti principali sono: Nora, Thorvald il marito, il dottor Ranckrogstad ex banchiere, Cristina amica di Nora e la domestica. La storia parla di Nora e del suo matrimonio con il signor Thorvald. Loro all'inizio sembravano felici, ma in realtà si scoprirà che la donna nascondeva un segreto molto grave al marito. La parte che mi ha colpito di più e' quella in cui Thorvald viene a sapere dell'inganno di Nora, infatti lui si arrabbia molto e la rimprovera. Invece la parte che mi e' sembrata più triste, si ha quando proibisce alla moglie di  mangiare i dolci, quindi lei e’ costretta a comprarli di nascosto. La scenografia e' stata molto carina, soprattutto la costruzione della parete della casa...belli sono stati i giochi di luce che si abbassava o si alzava in base alla scena. Gli attori sono stati molto bravi e lo spettacolo interessante.

C.Tonini (IIIB)
Lo spettacolo “Casa di bambola” mi è piaciuto molto. Protagonista della storia è una famiglia in cui il marito (Thorvald) sta per essere nominato direttore della banca presso la quale  lavora e la moglie (Nora) viene sempre trattata come se fosse una bambola. Nora, ad un certo punto, diventa vittima del ricatto di Krogstad, a cui lei aveva in passato chiesto un prestito (falsificando la firma del padre) e che è stato da poco licenziato da Thorvald. Personalmente ho trovato inquietante il momento in cui la protagonista ha iniziato a muoversi come se fosse davvero una bambola, in quella scena è stata molto brava. Tutta la vicenda si svolge in un salotto di una casa di fine ‘800. 
R. Ferrari (IIIB) - La riscossa delle bambole 
"Casa di bambola" è uno spettacolo teatrale interpretato dalla protagonista e da altri cinque attori. Narra la storia di una giovane signora, sposata e con tre figli; costretta ad obbedire al marito. Inizialmente la ragazza si interessa solamente di questioni frivole come ad esempio comprare i regali di Natale, ma ad un certo punto compare un collega del marito che dà una svolta all' intera vicenda: l' uomo minaccia  Nora di dire tutto al coniuge relativamente al fatto che lei aveva falsificato una firma per avere un prestito. Subito la donna tenta di togliersi la vita e prega l' uomo di non raccontare nulla, ma quando lui non le dà ascolto e spiffera tutto, lei capisce che il marito l' ha sempre trattata come una bambola e che in quell' abitazione era sempre stata presa in giro, così vorrebbe lasciare la casa anche se poi, priva di coraggio, rimane.
Gli attori più bravi sono stati i due sposi, specialmente nella scena in cui lei finge di essere una bambola e viene “manovrata” dall' uomo: ecco, quel momento è stato un po' agghiacciante e raccapricciante, anche a causa della musica, però anche emozionante e coinvolgente. Il personaggio che ho preferito è stato quello di Nora, perché durante lo spettacolo essa vive un momento di crescita interiore e riesce finalmente a confrontarsi con il mondo esterno e ad affrontare la vita. Anche se avrei preferito un finale diverso, in cui la donna se ne sarebbe andata, la rappresentazione è stata molto bella, considerando soprattutto che la storia risale al 1800, quando la donna  era spesso considerata ancora  come un oggetto. 
S. Belardi (IIIB)
Lo spettacolo inizia con Nora che sta sistemando dei regali di Natale appena comprati. Arriva il marito Thorvald e subito si vede che la tratta come una bambina piccola. Sono tutti e due felici perché Thorvald sta per avere una promozione, diventerà un uomo importante e la famiglia avrà più soldi. Poco dopo arriva Cristina, una vecchia amica di Nora rimasta vedova ed in cerca di un lavoro. Nora confida un segreto a Cristina: otto anni prima ha contratto un debito facendosi prestare dei soldi da un certo Krogstad, falsificando la firma del padre per poter pagare un viaggio in Italia e far così guarire il marito malato. Nora all'inizio sembra una donna viziata che sperpera i soldi,  ma in seguito si capisce che ha sempre risparmiato per poter pagare il suo debito. La promozione del marito sembra risolvere questi problemi economici. Krogstad però continua a ricattare Nora perchè sta per essere licenziato da Thorvald e se Nora non lo impedirà lui spedirà una lettera al marito per denunciarla. Nora prova a convincere il marito a non licenziare Krogstad, ma non ci riesce e la lettera viene mandata. La lettera mostra a Nora l'uomo che ha sposato. Torvald infatti non capisce e non apprezza il sacrificio di Nora che ha fatto tutto solo per amore, anzi, la rimprovera duramente e si mostra preoccupato solo per la sua reputazione e per la sua carriera. Cristina nel frattempo è riuscita a convincere Krogstad a non ricattare più Nora e a consegnarle il documento con la firma falsa. A questo punto Thorvald, non più preoccupato per lo scandalo, dice che la perdona, che dimenticherà tutto e che tutto tornerà come prima. Nora però si è come svegliata, ha capito di non essere mai stata considerata come un essere umano né da suo marito né da suo padre, è sempre stata trattata come una bella bambola da mostrare e da manovrare come una marionetta. Allora si ribella e decide di andarsene abbandonando marito e figli. Alla fine però non ho capito bene se Nora se ne va sul serio, perché si rimette la parrucca e si siede per terra. Questo spettacolo mi è piaciuto perché alcune scene erano divertenti mentre altre inquietanti.  
A. Menichetti (IIIB) - Una bambola manovrata 
Sabato 12 marzo abbiamo assistito allo spettacolo “Casa di bambola”. Gli attori erano 5 e sono riusciti a rappresentare benissimo un tema molto difficile. La storia è ambientata nell’800, per questo i personaggi sono vestiti in modo elegante e diverso dal modo di vestirsi di oggi, nel salotto tipico dell’epoca, con un divanetto, una poltrona, un tavolino con un sedia ed una vetrinetta appesa ad una parete. Tutto inizia con l’avvicinarsi del Natale e per la prima volta Nora e la sua famiglia non sono costretti a risparmiare, visto che l’anno nuovo Torvald diventerà direttore di banca. La protagonista è Nora, è proprio lei la bambola di cui stiamo parlando, che rappresenta la tipica donna di una famiglia borghese in cui l’uomo pensa solo al lavoro e considera la donna un oggetto, pronta a fare e a dire quello che vuole lui. Ad un certo punto Nora si ribella perché si rende conto del fatto che in otto anni non hanno mai fatto un dialogo, di come è stata sempre considerata e trattata. La storia si conclude con lei che vorrebbe  lasciare la casa e il marito, con il desiderio della donna di essere  autonoma e non più manovrata. Lo spettacolo mi è piaciuto molto, a parere mio sono stati molto bravi. Solo qualche volta mi sono distratta perché le scene non mi arrivavano molto. Nora è stata bravissima nel momento in cui è diventata bambola ed è riuscita a trasmetterci il messaggio principale. 
J. Pepi  classe III(B) - Libertà?!
Lo spettacolo si chiamava “Casa di bambola”, c'erano  cinque attori, due  donne e tre uomini. Lo spettacolo si  svolgeva nella sala  della casa di Nora  e  di suo marito Torvald. Nelle  prime scene sono innamorati, ma alla fine Nora  se  ne va via da casa. Lo spettacolo non mi è piaciuto perchè era noioso, anche se gli attori erano bravi. 
G. Mascagni (III B)          
Casa di Bambola è uno spettacolo ambientato nel 1800. Protagonista è una “casalinga” che non si rende conto di essere trattata come una marionetta, prima dal padre e poi dal marito. Ad un certo punto la sua vita cambia, perché il marito diventa direttore di una banca e licenzia Krogstad, a cui lei aveva chiesto  dei soldi in passato. Nora aveva anche falsificato dei documenti. La donna, nel corso della vicenda, cerca in tutti i modi di sottrarsi al ricatto di Krogstad, ma ogni tentativo messo in atto risulterà vano. Io penso che questa commedia sia stata bella, per quanto un po’ intricata, e che anche la scenografia abbia contribuito a renderla tale.  
A. Tinti (IIIB)
“Casa di bambola” è un’opera scritta nell’800, però (come ci ha detto il regista Massimiliano Gracili) è stata cambiata la parte finale, cioè la protagonista non andrà via e rimarrà con il marito. Lo spettacolo si svolge in una casa, nello specifico in un salotto, vi sono mobili, poltrone, tavolini, un divano, una porta e delle finestre. Gli attori sono stati bravissimi, a parte quello che interpretava il marito…alcune volte sembrava quasi matto. Lo spettacolo mi è sembrato molto bello!
Mirko L.  (III B)
Casa di bambola è un'opera ambientata nel passato, la scena si svolge in un soggiorno di una casa. I personaggi sono la signora Linde, amica di Nora che è la protagonista, il dottor Rank, e Torvald  che è suo marito, i tre figli, che non si vedono ma di cui si sentono le voci e la domestica. Il testo teatrale inizia con l'avvicinarsi del Natale e Nora, visto che suo marito era stato promosso direttore di banca, è eccitata perché con più soldi possono trascorrere meglio il Natale.
Ad un certo punto qualcuno bussa alla porta, è una donna ben coperta che chiede a Nora se la riconosce, Nora all'inizio non la riconosce poi, dopo che la donna si toglie il cappuccio, la abbraccia: è una sua amica, la signora Linde. Le due iniziano a chiacchierare raccontandosi reciprocamente quello che è successo negli ultimi anni. Più tardi Nora confessa all'amica un segreto: in passato ha commesso un illecito. Ad un certo punto c'è una scena inquietante: Nora balla con il marito come se fosse una vera bambola, e il marito è il burattinaio. Torvald, scopre il segreto quando, insieme a Nora, tornano a casa da una festa e controllando la cassetta della posta trova una lettera con le prove dell'illecito commesso dalla moglie. Rimane incredulo. Il marito, che è ubriaco, inizia ad urlare, a saltare come un matto. A me quest'opera è piaciuta perché in diversi momenti era divertente, come quando Torvald si arrabbia e inizia a gridare, anche se spesso è risultato un po' noioso.

lunedì 7 marzo 2016

Generazioni connesse - Mettiamoci in scena!

Quest'anno a scuola si parla di web. Accade grazie al progetto "Generazioni connesse" coordinato dal MIUR, in partenariato col Ministero dell’Interno-Polizia Postale e delle Comunicazioni, l’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, Save the Children Italia, Telefono Azzurro, Università degli Studi di Firenze, Università degli studi di Roma “La Sapienza”, Skuola.net.

Il progetto ha permesso a docenti, alunni e genitori di confrontarsi sul ruolo dei nuovi media nella vita degli adolescenti e sui rischi connessi all'uso della rete; ha permesso ai ragazzi di riflettere su come si comunica, come ci si relaziona, come si parla e si trasmettono le emozioni tra amici reali e virtuali.



Durante un incontro con esperti svolto a dicembre abbiamo familiarizzato con i termini: grooming, cyberbullismo, web reputation e proprio su queste tematiche si è andata a concentrare l'azione didattica che si è poi svolta nelle classi.

La 1A ha affrontato l'argomento a partire da due storie a fumetti "senza finale"; nella prima viene narrato un caso di infrazione della propria privacy e nell'altra ci si concentra sulla tendenza a postare troppe immagini private di sé sui social network e le ricadute che questa ha sulla propria  web reputation.



I ragazzi le hanno lette in classe, commentate e  messe in scena creando brevi rappresentazioni teatrali, ipotizzando diversi scenari risolutivi.
La tecnica del role playing permette al ragazzo di affrontare le difficoltà poste dalla situazione simulata mettendo in atto comportamenti comunicativi adeguati e potenziando,così, le proprie abilità sociali.



Le soluzioni proposte sono state varie ed interessanti ed hanno permesso di discutere a lungo sull'efficacia del "ripagare con la stessa moneta", sull'importanza di parlarsi e sull'efficacia dei vari stili comunicativi.

Di seguito alcuni fotogrammi delle simulazioni:



Una possibile risposta: la risposta violenta

Forse è meglio parlarne: ma come?


Il linguaggio aggressivo

La comunicazione assertiva



Web reputation: è' proprio necessario postare tutto? Che immagine vogliamo che gli altri abbiano di noi?


Al termine della simulazione e dopo il dibattito si è quindi concluso che è meglio stabilire delle regole condivise: