sabato 27 febbraio 2016

Open theatre - il Milite Ignoto




Secondo appuntamento per il progetto Open Theatre. I ragazzi delle II e delle III della scuola media hanno stavolta partecipato allo spettacolo "il milite Ignoto quindici diciotto" di G. Perrotta ed ecco le loro recensioni



UN’ESPERIENZA TEATRALE INSIEME AL MILITE IGNOTO 
(G.Mascagni - IIIB)
Alcuni di noi della IIIB di Roccastrada hanno partecipato allo spettacolo teatrale il Milite Ignoto (sulla prima guerra mondiale), interpretato dall’attore Mario Perrotta, che indossava dei semplici pantaloni verdi ed era seduto su sacchi che davano l’idea della sofferenza derivata dalla guerra. Anche le luci cupe, la musica e i canti dei soldati di guerra  trasmettevano sensazioni tristi. I gesti duri fatti dall’attore erano spesso accompagnati da una musica “forte”. Perrotta utilizzava i dialetti italiani perfettamente e raccontava la paura dei soldati di essere dimenticati, di non arrivare a fine giornata a causa di fame, gelo, spari. I soldati italiani cercavano solidarietà anche con i soldati dell’esercito austriaco e reciprocamente si confessavano le loro paure. Posso dire che lo spettacolo mi è piaciuto ed è stato interessante.                                                                         
LA GUERRA DI PERROTTA(M. Mattioli - IIB)
Mario Perrotta in questo spettacolo compie un monologo in un unico atto in cui racconta la Prima Guerra Mondiale, immedesimandosi in soldati provenienti da tutta Italia ed esprimendosi nei vari dialetti. Lo spettacolo è stato interessante ma allo stesso tempo un po' faticoso sia per l'argomento trattato. La scenografia era minimalista, prevedeva soltanto delle 'balle' di iuta su cui era seduto l’attore e uno sfondo privo di qualsiasi allestimento. Gli unici effetti sonori erano degli spari  e si sentiva una musica tipica dell’epoca. La performance dell'attore protagonista mi è sembrata particolarmente brillante, in quanto non ha mai dato cenno di stanchezza, ha parlato  per circa due ore consecutive e ha mantenendo alta l'attenzione del pubblico, che ha seguito con vero interesse l'intero spettacolo.                                                                                     
LA VITA IN TRINCEA(R. Ferrari - IIIB)
“Il milite ignoto" è un' opera teatrale rappresentata da Mario Perrotta, bravissimo attore e regista. L'artista inizia a recitare la storia di un soldato che partecipa alla prima guerra mondiale e ai sensi: ai vestiti che si appiccicano alla pelle, tanto da sembrare un tutt' uno con il corpo; parla anche dell' udito, fortemente danneggiato dalle bombe e dallo scoppio delle baionette, e infine dell' olfatto e del forte odore che si percepisce. Dichiara anche di patire la fame. L' attore racconta che al fronte ci mandavano contadini giovanissimi da tutta Italia, ragazzi analfabeti e che non avevano mai toccato un' arma. A un certo punto viene stabilito un legame tra le truppe italiane e quelle austriache, e tutti i combattenti capiscono che anche i loro nemici hanno paura e provano le loro stesse emozioni, quindi si instaura un rapporto di fratellanza e di solidarietà tra i due schieramenti. A causa di una bomba il giovane non sa più chi è, ma tenacemente continua a scrivere lettere alla madre e ai parenti; questo accade grazie al suo desiderio di non essere dimenticato. Lo spettacolo è stato veramente coinvolgente, Perrotta ha interpretato bene il ruolo da militare e infatti mi ha particolarmente colpito la sua bravura nell'esporre diversi dialetti: dal veneto al siciliano, dal romano al toscano. Non c'è altro da dire se non bello, bello, bello!                           
IL LIMITE IGNOTO(G. Prianti - IIB)
Lo spettacolo che sono andato a vedere giovedì scorso non mi è piaciuto tanto, prima di tutto perché per me è stato noioso, poi perché non riuscivo a capire cosa diceva. I momenti più vivaci sono stati quelli in cui l’attore diceva le parolacce in dialetto.    
IL MILITE IGNOTO: UNO SPETTACOLO DIFFICILE DA CAPIRE(F. Lombardi - IIA)
Giovedì 25 febbraio al teatro di Roccastrada è andato in scena " Il Milite Ignoto" di Mario Perrotta. Lo spettacolo parlava della guerra per l' indipendenza italiana e alla fine raccontava  una battaglia fra italiani e austriaci. Per me lo spettacolo non è stato molto semplice da capire vista la complessità della storia e, soprattutto, il dialetto usato. Tra le cose che mi hanno colpito di più c'è sicuramente la scenografia fatta con i sacchi di sabbia che rappresentava bene la vicenda di guerra. L'attore, Mario Perrotta, racconta la storia da solo per tutto il tempo. Tirando le somme sulla rappresentazione, direi che l' attore è stato veramente bravo, visto quanto è difficile parlare da solo a tante persone, ma probabilmente "Il Milite Ignoto" è uno spettacolo adatto più agli adulti che ai ragazzi.   
IGNOTO MILITE(T. Andreini - IIB)
Lo spettacolo di Perrotta narrava la prima guerra mondiale, si trattava di un monologo, l’attore era vestito con i panni dell’epoca. Lui era seduto su alcuni sacchi, la luce lo illuminava e ogni tanto si sentiva una musica bassa. Tra i vari dialetti utilizzati io ho riconosciuto soltanto quello toscano. La storia era interessante, coinvolgente,  ma non riuscivo a capire bene cosa dicesse Perrotta. Consiglio questa visione a chi conosce l’argomento.    
SOLDATO IN GUERRA (O. Ticci - IIIB)
Lo spettacolo a cui ho assistito il 26 febbraio al Teatro dei Concordi a Roccastrada è Il Milite ignoto. La scenografia consisteva in qualche sacco appoggiato a terra, sfondo nero, musica in sottofondo (a tratti). Mario Perrotta è entrato in scena avvolto dal buio e si è seduto sopra i sacchi. Le luci erano rivolte tutte su di lui. Si è espresso in tanti dialetti del Nord e del Sud senza nessuna difficoltà. Indossava una semplice divisa verde che ricordava quella dei soldati in trincea. Faceva riferimento in maniera costante alla paura e alla fame. Pur essendo solo sul palco è riuscito a rappresentare perfettamente la condizione della guerra. Lo spettacolo mi è piaciuto molto e spero che il prossimo che vedremo non sia da meno.

ANNI DI GUERRA
(A. Tinti - IIIB)
Lo spettacolo che abbiamo visto il 25-02-2016 al teatro di Roccastrada aveva come tema la Prima guerra Mondiale: l’attore M. Perrotta ha descritto  i giorni di guerra passati in trincea e lo ha fatto talmente bene che sembrava anche a noi di rivivere quei momenti. La scena si è aperta, il palco completamente buio, sacchi ammucchiati al centro e un uomo seduto su di essi con i riflettori puntati addosso. Il linguaggio è stato a volte scurrile (parolacce), ma anche molto diretto. Due i momenti per me più toccanti: quando ha detto di aver imparato a scrivere lettere per rimanere legato ai propri cari e quando ha parlato dei due eserciti nemici, separati dalle trincee e messi in comunicazione tra loro. L’inferno vissuto durante la guerra da tanta gente povera e innocente sembrava quasi di toccarlo, perché l’attore narrava nei minimi dettagli le vicende storiche.    
STORIA DI UN SOLDATO IN TRINCEA(A. Menichetti - IIIB) 
Il narratore Mario Perrotta ha rappresentato la vita di un soldato della prima guerra mondiale. La scenografia era semplice alla vista, perché tutta nera con delle balle per mettersi a sedere, ma difficile per il narratore perché era lui da solo che doveva riuscire a coinvolgere tutto il pubblico. Parlava molti dialetti, da quello del nord a quello del sud, con toni di voce diversi in base a quello che voleva trasmetterci. Venivano riprodotti suoni bassi e tranquilli con canzoni varie, oppure suoni brevi come quello di uno sparo, le luci erano cupe e soffuse. Il tema affrontato è stato  quello della guerra, della vita nelle trincee e delle paure che venivano affrontate. L’attore ha riportato e descritto le date più importanti e quello che è accaduto: le dichiarazioni di guerra da parte dei nemici, le vittorie, le sconfitte… Questi poveri uomini che venivano portati via dalle famiglie, dalle campagne, avevano il desiderio di non essere dimenticati e quindi ci fu il bisogno di imparare a leggere e a scrivere. La paura provata non era poca, il fatto di sentire centinaia di spari non tranquillizzava. Passavano giorni senza mangiare, senza vedere una fetta di pane. Questi soldati portati allo sfinimento, avevano un senso di solidarietà tra di loro, ma anche tra nemici… enorme! Spettacolo molto bello, che Perrotta ha saputo sostenere da solo portando in scena  un tema pesante.   
LA GRANDE GUERRA(C.Tonini - IIIB)
Mario Perrotta nello spettacolo “Il Milite Ignoto” rappresenta un soldato vissuto in trincea. Mi ha colpito il suo tono di voce, molto alto, ma in alcuni momenti anche abbastanza impaurito.  L’attore passa dall’uso del dialetto napoletano a quello siciliano, dai dialetti del Nord a quelli del Sud Italia. L’atteggiamento a volte sembra quello di una persona fragile, altre di un uomo molto sicuro. La scenografia è scura, il soldato è seduto su un mucchio di sacchi, in sottofondo si sentono bombe esplodere e spari; lui non vuole essere dimenticato, ha patito fame, freddo, assenza di sonno,  paura. Forte è il senso di solidarietà, anche tra nemici. Lo spettacolo e il tema affrontati sono stati interessanti.
Recensione senza titolo (G. Micheletti - IIIB)
Milite Ignoto: questo è il titolo dello spettacolo a cui abbiamo assistito io e alcuni compagni venerdì 26 febbraio presso il teatro di Roccastrada. La storia è quella di un militare che racconta ciò che ha subito durante la prima guerra mondiale; l’attore M. Perrotta interpreta i panni del protagonista. Un’opera narrata, poco curata nella scenografia (che consisteva in qualche vecchio sacco pieno), ma molto attenta ai dettagli del testo, con espressioni facciali e corporee ben studiate. L’unica luce soffusa che puntava su di lui lasciava intendere che l’attenzione non doveva andare oltre. Una continua musica cupa dava l’impressione di essere realmente a quei tempi e ciò creava un certo effetto. Spesso nel  suo dialogo si faceva riferimento alla fame, tanto forte da non sentirsi più lo stomaco. Lui spiega che, anche quando si è stanchi e scoraggiati, non bisogna mai abbandonarsi al terreno e cadere, bisogna lottare fino alla fine. Di quest’opera ho apprezzato il messaggio e la bravura dell’attore, che è riuscito a coinvolgermi davvero molto.
Recensione senza titolo 
(J.Pepi - IIIB)
Quando sono andata a teatro ho visto la platea e i palchetti su tre piani, in ogni palchetto ci sono tre  sedie.  Sul palcoscenico  ho visto un attore, che era seduto su tanti sacchi e recitava da solo, parlava della guerra. Finito lo spettacolo abbiamo fatto un lungo applauso perché l’attore è stato tanto bravo.
Recensione senza titolo (E.Bassetti - IIB)
Perrotta racconta la brutta fine ignota che hanno fatto migliaia e migliaia di soldati italiani nella I° Guerra Mondiale. Egli fa riferimento ai cinque sensi, soprattutto all’udito e al gusto (a causa della fame). E' un monologo molto forte, inserito in un contesto triste e tragico. Utilizza  soltanto la voce e passa facilmente dall'interpretazione di un soldato siciliano ad uno milanese e così via. La scenografia è semplice: sfondo nero ed un ammasso di sacchi che venivano usati per attutire i proiettili. Personalmente mi ha suscitato commozione pensare a tutti i giovani morti per il nostro Paese e per  la nostra libertà. Lo consiglierei ai ragazzi che hanno già studiato la storia della Guerra del ‘15-’18, in grado di comprendere meglio gli argomenti proposti.   

mercoledì 24 febbraio 2016

OPEN THEATRE - All'alba perderò

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Ha preso il via  'Open Theatre'un progetto pilota di Roccastrada ideato per creare una rete fra i teatri della provincia che offrano agli studenti la possibilità di assistere gratuitamente a diversi spettacoli “in cambio” di un impegno da parte dei ragazzi  a recensire le pièce a cui assistono, riportando opinioni, emozioni e critiche. 

Tale progetto ha coinvolto le classi IIA, IIB, IIIB della Scuola Secondaria di Roccastrada ed ha previsto 4 laboratori (8 ore) finalizzati alla conoscenza e all’educazione dei linguaggi teatrali; il regista M. Gracili e il giornalista G. Baldanzi hanno fornito agli studenti gli strumenti per la comprensione dei linguaggi del teatro ed hanno stimolato la riflessione critica. 

Durante gli incontri sono stati analizzati gli elementi base per valutare gli spettacoli teatrali (regia, drammaturgia, attori, pubblico) e parallelamente, con l’aiuto del giornalista, si è lavorato sulla sintesi e sull’efficacia nella comunicazione scritta.


Il 13 febbraio scorso i  ragazzi hanno partecipato allo spettacolo “All’alba perderò” di Andrea Muzzi al teatro dei Concordi ed ecco le loro recensioni:

"Lo spettacolo “All’alba perderò” di e con Andrea Muzzi ha messo in scena alcuni sportivi e musicisti  considerati “perdenti”. L’attore è stato molto bravo, perché è riuscito a rappresentare la vita dei vari personaggi con grande comicità. Ho notato che gesticolava tanto.  La scenografia era piuttosto povera, c’erano soltanto  corde, crucce, cartelloni con immagini; le corde erano attaccate al soffitto e le crucce, che  erano legate all’estremità opposta  delle corde, tenevano i cartelloni sui quali si vedevano le foto dei personaggi. Nonostante i pochi oggetti presenti, la rappresentazione è stata efficace, mi è piaciuta e penso che possa essere adatta a qualsiasi pubblico.  " G.Prianti


"Andrea Muzzi racconta, su un piano comico, quello che nella realtà rappresenta il non accettare sconfitte. Entra in scena accompagnato da un piccolo problema tecnico di luci (NON VOLUTO), ma nonostante tutto ci ha coinvolto con la sua simpatia e allegria facendo sentire anche noi un po' protagonisti. La scenografia era molto colorata, veniva allestita dall’attore, in scena, con cartelloni su  cui erano rappresentate fotografie di persone diventate famose grazie alle loro numerose sconfitte. È stato molto divertente e neanche un po' noioso. Ha fatto ridere sia gli adulti sia i bambini e proprio  per questo lo consiglio a tutti e a tutte le età. Spettacolo molto divertente!" E. Bassetti


"All’inizio dello spettacolo teatrale “All’alba perderò” c’è stato un problema tecnico ma Muzzi, l’autore-attore, è stato bravo perché è riuscito a farci ridere comunque. L’opera parlava dei fallimenti di sportivi (e non solo) diventati famosi grazie ad essi. La scenografia era semplice, ma colorata e piena di cartelloni con le fotografie dei personaggi rappresentati dall’attore. Personalmente mi è piaciuto molto e ho riflettuto sul fatto che non bisognerebbe mai scoraggiarsi quando non si raggiungono i risultati che vogliamo, perché comunque se ne possono ottenere altri o avere la possibilità di riscattarci nel tempo." L. Brunacci


"Prima che iniziasse lo spettacolo di Andrea Muzzi ci sono stati alcuni problemi tecnici : non andavano le luci e la voce delle casse audio. Lui però è riuscito a improvvisare molto bene. Quando è iniziato lo spettacolo si è visto subito che faceva ridere . Lo spettacolo parlava di insuccessi sportivi di calciatori, pugili e atleti, raccontandoli in modo scherzoso e ironico. A me è piaciuto molto e mi ha fatto ridere a crepapelle. Al termine dello spettacolo siamo andati a salutarlo nel suo camerino e successivamente siamo andati a vedere il palco . Mi ha fatto piacere salutarlo di persona!" D. Chiaramonti


"Questo spettacolo di Andrea Muzzi mi è piaciuto molto perché lui è simpaticissimo, anche grazie alla parlata fiorentina. Infatti non sono riuscito a staccare gli occhi dal palco perché lui è bravissimo. Lo spettacolo parlava di fallimenti sportivi intesi come metafora degli errori della vita quotidiana di tutti noi che però non ci impediscono di andare avanti. Lo consiglio a chiunque abbia lo possibilità di andare a vederlo." L. Falconi


Il prossimo appuntamento a teatro è per il 25 febbraio con "Milite ignoto – Quindicidiciotto"

lunedì 15 febbraio 2016

La rubrica dei "perché?" - Di luci, angoli e falene

Benvenuti nella "rubrica dei perché?". In questo spazio si raccolgono le domande più curiose rivolte dagli studenti agli insegnanti e i lavori svolti per darne risposta. Ecco la prima:
" Ma perché le zanzare, le mosche, le falene vanno sempre a sbattere contro le luci?"  Omar K. -  IA
Omar si fa questa domanda durante una lezione di matematica in un momento in cui si distrae (o meglio si concentra!) ad osservare una mosca che svolazza per l'aula.
Abbiamo raccolto la sua curiosità e abbiamo cercato una risposta; è stata un'occasione perfetta per parlare di ampiezza di angoli, rette tagliate da trasversali, criteri di parallelismo ecc.

 Non tutti gli scienziati sono concordi sulla risposta da dare sul perché molti insetti sembrano attratti dalle luci ma una delle motivazioni risiede nel modo in cui alcuni insetti si orientano. Falene e altri animali notturni mantengono una rotta dritta utilizzando come riferimento  la luna che grazie alla sua lontananza fa arrivare i raggi sulla Terra in buona approssimazione paralleli.




Per mantenere la direzione, l'insetto taglia i raggi sempre con lo stesso angolo.







Ma cosa accade se la luce è artificiale? La fonte luminosa è vicina e i raggi si propagano in tutte le direzioni; la falena questo non lo sa e  cercherà di mantenere la rotta tagliando i raggi sempre con lo stesso angolo. Ma ecco cosa succede:


La falena inevitabilmente finirà con il bruciarsi!


*L'attività didattica è tratta dal laboratorio per docenti "Matematica Bestiale"  tenuto dalle proff. Antonella Castellini e  Lucia Fazzino durante l'Offiicina matematica 2015.