Secondo appuntamento per il progetto Open Theatre. I ragazzi delle II e delle III della scuola media hanno stavolta partecipato allo spettacolo "il milite Ignoto quindici diciotto" di G. Perrotta ed ecco le loro recensioni
UN’ESPERIENZA TEATRALE INSIEME AL MILITE IGNOTO
(G.Mascagni - IIIB)
Alcuni di noi della IIIB di Roccastrada hanno partecipato allo spettacolo teatrale il Milite Ignoto (sulla prima guerra mondiale), interpretato dall’attore Mario Perrotta, che indossava dei semplici pantaloni verdi ed era seduto su sacchi che davano l’idea della sofferenza derivata dalla guerra. Anche le luci cupe, la musica e i canti dei soldati di guerra trasmettevano sensazioni tristi. I gesti duri fatti dall’attore erano spesso accompagnati da una musica “forte”. Perrotta utilizzava i dialetti italiani perfettamente e raccontava la paura dei soldati di essere dimenticati, di non arrivare a fine giornata a causa di fame, gelo, spari. I soldati italiani cercavano solidarietà anche con i soldati dell’esercito austriaco e reciprocamente si confessavano le loro paure. Posso dire che lo spettacolo mi è piaciuto ed è stato interessante.
Alcuni di noi della IIIB di Roccastrada hanno partecipato allo spettacolo teatrale il Milite Ignoto (sulla prima guerra mondiale), interpretato dall’attore Mario Perrotta, che indossava dei semplici pantaloni verdi ed era seduto su sacchi che davano l’idea della sofferenza derivata dalla guerra. Anche le luci cupe, la musica e i canti dei soldati di guerra trasmettevano sensazioni tristi. I gesti duri fatti dall’attore erano spesso accompagnati da una musica “forte”. Perrotta utilizzava i dialetti italiani perfettamente e raccontava la paura dei soldati di essere dimenticati, di non arrivare a fine giornata a causa di fame, gelo, spari. I soldati italiani cercavano solidarietà anche con i soldati dell’esercito austriaco e reciprocamente si confessavano le loro paure. Posso dire che lo spettacolo mi è piaciuto ed è stato interessante.
LA GUERRA DI PERROTTA(M. Mattioli - IIB)
Mario Perrotta in questo spettacolo compie un monologo in un unico atto in cui racconta la Prima Guerra Mondiale, immedesimandosi in soldati provenienti da tutta Italia ed esprimendosi nei vari dialetti. Lo spettacolo è stato interessante ma allo stesso tempo un po' faticoso sia per l'argomento trattato. La scenografia era minimalista, prevedeva soltanto delle 'balle' di iuta su cui era seduto l’attore e uno sfondo privo di qualsiasi allestimento. Gli unici effetti sonori erano degli spari e si sentiva una musica tipica dell’epoca. La performance dell'attore protagonista mi è sembrata particolarmente brillante, in quanto non ha mai dato cenno di stanchezza, ha parlato per circa due ore consecutive e ha mantenendo alta l'attenzione del pubblico, che ha seguito con vero interesse l'intero spettacolo.
Mario Perrotta in questo spettacolo compie un monologo in un unico atto in cui racconta la Prima Guerra Mondiale, immedesimandosi in soldati provenienti da tutta Italia ed esprimendosi nei vari dialetti. Lo spettacolo è stato interessante ma allo stesso tempo un po' faticoso sia per l'argomento trattato. La scenografia era minimalista, prevedeva soltanto delle 'balle' di iuta su cui era seduto l’attore e uno sfondo privo di qualsiasi allestimento. Gli unici effetti sonori erano degli spari e si sentiva una musica tipica dell’epoca. La performance dell'attore protagonista mi è sembrata particolarmente brillante, in quanto non ha mai dato cenno di stanchezza, ha parlato per circa due ore consecutive e ha mantenendo alta l'attenzione del pubblico, che ha seguito con vero interesse l'intero spettacolo.
LA VITA IN TRINCEA(R. Ferrari - IIIB)
“Il milite ignoto" è un' opera teatrale rappresentata da Mario Perrotta, bravissimo attore e regista. L'artista inizia a recitare la storia di un soldato che partecipa alla prima guerra mondiale e ai sensi: ai vestiti che si appiccicano alla pelle, tanto da sembrare un tutt' uno con il corpo; parla anche dell' udito, fortemente danneggiato dalle bombe e dallo scoppio delle baionette, e infine dell' olfatto e del forte odore che si percepisce. Dichiara anche di patire la fame. L' attore racconta che al fronte ci mandavano contadini giovanissimi da tutta Italia, ragazzi analfabeti e che non avevano mai toccato un' arma. A un certo punto viene stabilito un legame tra le truppe italiane e quelle austriache, e tutti i combattenti capiscono che anche i loro nemici hanno paura e provano le loro stesse emozioni, quindi si instaura un rapporto di fratellanza e di solidarietà tra i due schieramenti. A causa di una bomba il giovane non sa più chi è, ma tenacemente continua a scrivere lettere alla madre e ai parenti; questo accade grazie al suo desiderio di non essere dimenticato. Lo spettacolo è stato veramente coinvolgente, Perrotta ha interpretato bene il ruolo da militare e infatti mi ha particolarmente colpito la sua bravura nell'esporre diversi dialetti: dal veneto al siciliano, dal romano al toscano. Non c'è altro da dire se non bello, bello, bello!
IL LIMITE IGNOTO(G. Prianti - IIB)
Lo spettacolo che sono andato a vedere giovedì scorso non mi è piaciuto tanto, prima di tutto perché per me è stato noioso, poi perché non riuscivo a capire cosa diceva. I momenti più vivaci sono stati quelli in cui l’attore diceva le parolacce in dialetto.
Lo spettacolo che sono andato a vedere giovedì scorso non mi è piaciuto tanto, prima di tutto perché per me è stato noioso, poi perché non riuscivo a capire cosa diceva. I momenti più vivaci sono stati quelli in cui l’attore diceva le parolacce in dialetto.
IL MILITE IGNOTO: UNO SPETTACOLO DIFFICILE DA CAPIRE(F. Lombardi - IIA)
Giovedì 25 febbraio al teatro di Roccastrada è andato in scena " Il Milite Ignoto" di Mario Perrotta. Lo spettacolo parlava della guerra per l' indipendenza italiana e alla fine raccontava una battaglia fra italiani e austriaci. Per me lo spettacolo non è stato molto semplice da capire vista la complessità della storia e, soprattutto, il dialetto usato. Tra le cose che mi hanno colpito di più c'è sicuramente la scenografia fatta con i sacchi di sabbia che rappresentava bene la vicenda di guerra. L'attore, Mario Perrotta, racconta la storia da solo per tutto il tempo. Tirando le somme sulla rappresentazione, direi che l' attore è stato veramente bravo, visto quanto è difficile parlare da solo a tante persone, ma probabilmente "Il Milite Ignoto" è uno spettacolo adatto più agli adulti che ai ragazzi.
IGNOTO MILITE(T. Andreini - IIB)
Lo spettacolo di Perrotta narrava la prima guerra mondiale, si trattava di un monologo, l’attore era vestito con i panni dell’epoca. Lui era seduto su alcuni sacchi, la luce lo illuminava e ogni tanto si sentiva una musica bassa. Tra i vari dialetti utilizzati io ho riconosciuto soltanto quello toscano. La storia era interessante, coinvolgente, ma non riuscivo a capire bene cosa dicesse Perrotta. Consiglio questa visione a chi conosce l’argomento.
Lo spettacolo di Perrotta narrava la prima guerra mondiale, si trattava di un monologo, l’attore era vestito con i panni dell’epoca. Lui era seduto su alcuni sacchi, la luce lo illuminava e ogni tanto si sentiva una musica bassa. Tra i vari dialetti utilizzati io ho riconosciuto soltanto quello toscano. La storia era interessante, coinvolgente, ma non riuscivo a capire bene cosa dicesse Perrotta. Consiglio questa visione a chi conosce l’argomento.
SOLDATO IN GUERRA (O. Ticci - IIIB)
Lo spettacolo a cui ho assistito il 26 febbraio al Teatro dei Concordi a Roccastrada è Il Milite ignoto. La scenografia consisteva in qualche sacco appoggiato a terra, sfondo nero, musica in sottofondo (a tratti). Mario Perrotta è entrato in scena avvolto dal buio e si è seduto sopra i sacchi. Le luci erano rivolte tutte su di lui. Si è espresso in tanti dialetti del Nord e del Sud senza nessuna difficoltà. Indossava una semplice divisa verde che ricordava quella dei soldati in trincea. Faceva riferimento in maniera costante alla paura e alla fame. Pur essendo solo sul palco è riuscito a rappresentare perfettamente la condizione della guerra. Lo spettacolo mi è piaciuto molto e spero che il prossimo che vedremo non sia da meno.
Lo spettacolo a cui ho assistito il 26 febbraio al Teatro dei Concordi a Roccastrada è Il Milite ignoto. La scenografia consisteva in qualche sacco appoggiato a terra, sfondo nero, musica in sottofondo (a tratti). Mario Perrotta è entrato in scena avvolto dal buio e si è seduto sopra i sacchi. Le luci erano rivolte tutte su di lui. Si è espresso in tanti dialetti del Nord e del Sud senza nessuna difficoltà. Indossava una semplice divisa verde che ricordava quella dei soldati in trincea. Faceva riferimento in maniera costante alla paura e alla fame. Pur essendo solo sul palco è riuscito a rappresentare perfettamente la condizione della guerra. Lo spettacolo mi è piaciuto molto e spero che il prossimo che vedremo non sia da meno.
ANNI DI GUERRA
(A. Tinti - IIIB)
Lo spettacolo che abbiamo visto il 25-02-2016 al teatro di Roccastrada aveva come tema la Prima guerra Mondiale: l’attore M. Perrotta ha descritto i giorni di guerra passati in trincea e lo ha fatto talmente bene che sembrava anche a noi di rivivere quei momenti. La scena si è aperta, il palco completamente buio, sacchi ammucchiati al centro e un uomo seduto su di essi con i riflettori puntati addosso. Il linguaggio è stato a volte scurrile (parolacce), ma anche molto diretto. Due i momenti per me più toccanti: quando ha detto di aver imparato a scrivere lettere per rimanere legato ai propri cari e quando ha parlato dei due eserciti nemici, separati dalle trincee e messi in comunicazione tra loro. L’inferno vissuto durante la guerra da tanta gente povera e innocente sembrava quasi di toccarlo, perché l’attore narrava nei minimi dettagli le vicende storiche.
(A. Tinti - IIIB)
Lo spettacolo che abbiamo visto il 25-02-2016 al teatro di Roccastrada aveva come tema la Prima guerra Mondiale: l’attore M. Perrotta ha descritto i giorni di guerra passati in trincea e lo ha fatto talmente bene che sembrava anche a noi di rivivere quei momenti. La scena si è aperta, il palco completamente buio, sacchi ammucchiati al centro e un uomo seduto su di essi con i riflettori puntati addosso. Il linguaggio è stato a volte scurrile (parolacce), ma anche molto diretto. Due i momenti per me più toccanti: quando ha detto di aver imparato a scrivere lettere per rimanere legato ai propri cari e quando ha parlato dei due eserciti nemici, separati dalle trincee e messi in comunicazione tra loro. L’inferno vissuto durante la guerra da tanta gente povera e innocente sembrava quasi di toccarlo, perché l’attore narrava nei minimi dettagli le vicende storiche.
STORIA DI UN SOLDATO IN TRINCEA(A. Menichetti - IIIB)
Il narratore Mario Perrotta ha rappresentato la vita di un soldato della prima guerra mondiale. La scenografia era semplice alla vista, perché tutta nera con delle balle per mettersi a sedere, ma difficile per il narratore perché era lui da solo che doveva riuscire a coinvolgere tutto il pubblico. Parlava molti dialetti, da quello del nord a quello del sud, con toni di voce diversi in base a quello che voleva trasmetterci. Venivano riprodotti suoni bassi e tranquilli con canzoni varie, oppure suoni brevi come quello di uno sparo, le luci erano cupe e soffuse. Il tema affrontato è stato quello della guerra, della vita nelle trincee e delle paure che venivano affrontate. L’attore ha riportato e descritto le date più importanti e quello che è accaduto: le dichiarazioni di guerra da parte dei nemici, le vittorie, le sconfitte… Questi poveri uomini che venivano portati via dalle famiglie, dalle campagne, avevano il desiderio di non essere dimenticati e quindi ci fu il bisogno di imparare a leggere e a scrivere. La paura provata non era poca, il fatto di sentire centinaia di spari non tranquillizzava. Passavano giorni senza mangiare, senza vedere una fetta di pane. Questi soldati portati allo sfinimento, avevano un senso di solidarietà tra di loro, ma anche tra nemici… enorme! Spettacolo molto bello, che Perrotta ha saputo sostenere da solo portando in scena un tema pesante.
Il narratore Mario Perrotta ha rappresentato la vita di un soldato della prima guerra mondiale. La scenografia era semplice alla vista, perché tutta nera con delle balle per mettersi a sedere, ma difficile per il narratore perché era lui da solo che doveva riuscire a coinvolgere tutto il pubblico. Parlava molti dialetti, da quello del nord a quello del sud, con toni di voce diversi in base a quello che voleva trasmetterci. Venivano riprodotti suoni bassi e tranquilli con canzoni varie, oppure suoni brevi come quello di uno sparo, le luci erano cupe e soffuse. Il tema affrontato è stato quello della guerra, della vita nelle trincee e delle paure che venivano affrontate. L’attore ha riportato e descritto le date più importanti e quello che è accaduto: le dichiarazioni di guerra da parte dei nemici, le vittorie, le sconfitte… Questi poveri uomini che venivano portati via dalle famiglie, dalle campagne, avevano il desiderio di non essere dimenticati e quindi ci fu il bisogno di imparare a leggere e a scrivere. La paura provata non era poca, il fatto di sentire centinaia di spari non tranquillizzava. Passavano giorni senza mangiare, senza vedere una fetta di pane. Questi soldati portati allo sfinimento, avevano un senso di solidarietà tra di loro, ma anche tra nemici… enorme! Spettacolo molto bello, che Perrotta ha saputo sostenere da solo portando in scena un tema pesante.
LA GRANDE GUERRA(C.Tonini - IIIB)
Mario Perrotta nello spettacolo “Il Milite Ignoto” rappresenta un soldato vissuto in trincea. Mi ha colpito il suo tono di voce, molto alto, ma in alcuni momenti anche abbastanza impaurito. L’attore passa dall’uso del dialetto napoletano a quello siciliano, dai dialetti del Nord a quelli del Sud Italia. L’atteggiamento a volte sembra quello di una persona fragile, altre di un uomo molto sicuro. La scenografia è scura, il soldato è seduto su un mucchio di sacchi, in sottofondo si sentono bombe esplodere e spari; lui non vuole essere dimenticato, ha patito fame, freddo, assenza di sonno, paura. Forte è il senso di solidarietà, anche tra nemici. Lo spettacolo e il tema affrontati sono stati interessanti.
Mario Perrotta nello spettacolo “Il Milite Ignoto” rappresenta un soldato vissuto in trincea. Mi ha colpito il suo tono di voce, molto alto, ma in alcuni momenti anche abbastanza impaurito. L’attore passa dall’uso del dialetto napoletano a quello siciliano, dai dialetti del Nord a quelli del Sud Italia. L’atteggiamento a volte sembra quello di una persona fragile, altre di un uomo molto sicuro. La scenografia è scura, il soldato è seduto su un mucchio di sacchi, in sottofondo si sentono bombe esplodere e spari; lui non vuole essere dimenticato, ha patito fame, freddo, assenza di sonno, paura. Forte è il senso di solidarietà, anche tra nemici. Lo spettacolo e il tema affrontati sono stati interessanti.
Recensione senza titolo (G. Micheletti - IIIB)
Milite Ignoto: questo è il titolo dello spettacolo a cui abbiamo assistito io e alcuni compagni venerdì 26 febbraio presso il teatro di Roccastrada. La storia è quella di un militare che racconta ciò che ha subito durante la prima guerra mondiale; l’attore M. Perrotta interpreta i panni del protagonista. Un’opera narrata, poco curata nella scenografia (che consisteva in qualche vecchio sacco pieno), ma molto attenta ai dettagli del testo, con espressioni facciali e corporee ben studiate. L’unica luce soffusa che puntava su di lui lasciava intendere che l’attenzione non doveva andare oltre. Una continua musica cupa dava l’impressione di essere realmente a quei tempi e ciò creava un certo effetto. Spesso nel suo dialogo si faceva riferimento alla fame, tanto forte da non sentirsi più lo stomaco. Lui spiega che, anche quando si è stanchi e scoraggiati, non bisogna mai abbandonarsi al terreno e cadere, bisogna lottare fino alla fine. Di quest’opera ho apprezzato il messaggio e la bravura dell’attore, che è riuscito a coinvolgermi davvero molto.
Milite Ignoto: questo è il titolo dello spettacolo a cui abbiamo assistito io e alcuni compagni venerdì 26 febbraio presso il teatro di Roccastrada. La storia è quella di un militare che racconta ciò che ha subito durante la prima guerra mondiale; l’attore M. Perrotta interpreta i panni del protagonista. Un’opera narrata, poco curata nella scenografia (che consisteva in qualche vecchio sacco pieno), ma molto attenta ai dettagli del testo, con espressioni facciali e corporee ben studiate. L’unica luce soffusa che puntava su di lui lasciava intendere che l’attenzione non doveva andare oltre. Una continua musica cupa dava l’impressione di essere realmente a quei tempi e ciò creava un certo effetto. Spesso nel suo dialogo si faceva riferimento alla fame, tanto forte da non sentirsi più lo stomaco. Lui spiega che, anche quando si è stanchi e scoraggiati, non bisogna mai abbandonarsi al terreno e cadere, bisogna lottare fino alla fine. Di quest’opera ho apprezzato il messaggio e la bravura dell’attore, che è riuscito a coinvolgermi davvero molto.
Recensione senza titolo
(J.Pepi - IIIB)
Quando sono andata a teatro ho visto la platea e i palchetti su tre piani, in ogni palchetto ci sono tre sedie. Sul palcoscenico ho visto un attore, che era seduto su tanti sacchi e recitava da solo, parlava della guerra. Finito lo spettacolo abbiamo fatto un lungo applauso perché l’attore è stato tanto bravo.
(J.Pepi - IIIB)
Quando sono andata a teatro ho visto la platea e i palchetti su tre piani, in ogni palchetto ci sono tre sedie. Sul palcoscenico ho visto un attore, che era seduto su tanti sacchi e recitava da solo, parlava della guerra. Finito lo spettacolo abbiamo fatto un lungo applauso perché l’attore è stato tanto bravo.
Recensione senza titolo (E.Bassetti - IIB)
Perrotta racconta la brutta fine ignota che hanno fatto migliaia e migliaia di soldati italiani nella I° Guerra Mondiale. Egli fa riferimento ai cinque sensi, soprattutto all’udito e al gusto (a causa della fame). E' un monologo molto forte, inserito in un contesto triste e tragico. Utilizza soltanto la voce e passa facilmente dall'interpretazione di un soldato siciliano ad uno milanese e così via. La scenografia è semplice: sfondo nero ed un ammasso di sacchi che venivano usati per attutire i proiettili. Personalmente mi ha suscitato commozione pensare a tutti i giovani morti per il nostro Paese e per la nostra libertà. Lo consiglierei ai ragazzi che hanno già studiato la storia della Guerra del ‘15-’18, in grado di comprendere meglio gli argomenti proposti.
Perrotta racconta la brutta fine ignota che hanno fatto migliaia e migliaia di soldati italiani nella I° Guerra Mondiale. Egli fa riferimento ai cinque sensi, soprattutto all’udito e al gusto (a causa della fame). E' un monologo molto forte, inserito in un contesto triste e tragico. Utilizza soltanto la voce e passa facilmente dall'interpretazione di un soldato siciliano ad uno milanese e così via. La scenografia è semplice: sfondo nero ed un ammasso di sacchi che venivano usati per attutire i proiettili. Personalmente mi ha suscitato commozione pensare a tutti i giovani morti per il nostro Paese e per la nostra libertà. Lo consiglierei ai ragazzi che hanno già studiato la storia della Guerra del ‘15-’18, in grado di comprendere meglio gli argomenti proposti.